Guasti ai treni, problemi tecnici, ritardi dovuti agli incendi o alle avverse condizioni metereologiche nell’isola sono all’ordine del giorno. Ma la situazione è davvero così critica? Quali sono gli elementi che determinano questi disservizi e tempi di percorrenza “biblici”?

Chi ha vissuto per qualche tempo lontano dalla Sicilia lo sa, nel resto d’Italia percorrere lunghe distanze attraverso il treno non è impossibile, e spesso quando si tratta di alta velocità diventa anche un’esperienza piacevole grazie a mezzi all’avanguardia e servizi efficienti. A Sud dello stivale, tuttavia, la musica cambia radicalmente.

Come riportato da un articolo di Pagella Politica nel novembre del 2015, l’attuale Ministro dell’Interno Matteo Salvini nel corso della sua visita a Palermo per presentare il suo movimento “Noi con Salvini”, aveva dichiarato che «su 1.200 km di ferrovia in Sicilia ce ne sono 600 che vanno senza elettricità, a gasolio», ma soprattutto che «per il tratto di treno da Trapani a Ragusa ci vogliono 11 ore»; due anni dopo nel novembre 2017 aveva rincarato la dose affermando quanto fosse «surreale che uno ci metta 9 ore per andare da Trapani ad Agrigento […], partendo alle 05.43 e arrivando alle 14.49», testandolo in prima persona.
Recentemente il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, in riferimento alla Sicilia ha parlato di «Ferrovie spesso da terzo mondo che necessitano di investimenti improcrastinabili sia per quanto riguarda la rete sia sul fronte dei treni».

Ma la situazione in Sicilia è davvero così critica?
Sì, è vero. Guasti ai treni, problemi tecnici, ritardi dovuti agli incendi o alle avverse condizioni metereologiche, in Sicilia sono all’ordine del giorno. Si pensi che nella sola giornata di venerdì 16 novembre, il “Comitato Pendolari Siciliani” ha calcolato un ritardo complessivo accumulato nelle principali linee ferroviarie siciliane di 2075 minuti, pari a 34 ore e 35 minuti. Ma quali sono gli elementi che determinano questi disservizi e tempi di percorrenza “biblici”?

In Sicilia non esistono linee ad alta velocità. Il primo dato da tenere in considerazione è che in Sicilia non esistono linee ad alta velocità. Se, nel tentativo di acquistare online un biglietto sul sito www.trenitalia.com, si cliccasse sull’opzione “Frecce”, apparirebbe l’avviso “la stazione di partenza inserita è errata o non servita dalle frecce”. La distanza per la tratta Catania-Palermo può essere quindi coperta solo da un “Treno Regionale Veloce”, con oltre 3 ore di percorrenza per i viaggiatori e 2 ore di attesa tra un treno e l’altro. La tratta Milano-Bologna, città distanti tra loro 212 km, è invece percorribile in soli 1h 02’ con treni “Frecciarossa” tre volte più veloci e in partenza ogni 15 minuti.

Ancora più sconcertanti sono le differenze tra le coppie Milano-Firenze e Trapani-Ragusa, distanti rispettivamente 304 km e 230 km. Mentre un viaggio dalla Stazione Centrale di Milano a Santa Maria Novella a Firenze dura circa 1h 40’ con un “Frecciarossa”, se da Ragusa volessimo ipoteticamente raggiungere la stazione di Trapani rigorosamente attraverso i treni regionali, servirebbero ben 13 h 59’ e 5 cambi passando per le stazioni di Caltanissetta Xirbi, Termini Imerese, Campofelice, Palermo Centrale e Piraineto.

Questa netta differenza è determinata da numerosi fattori, e in primis dalle caratteristiche della rete ferroviaria.
Le linee che compongono la rete ferroviaria italiana sono classificate in base alle loro caratteristiche in:

  • “Linee fondamentali”, comprendono le direttrici internazionali e gli assi di collegamento fra le principali città italiane; sono caratterizzate da un’elevata qualità dell’infrastruttura e da un’alta densità di traffico;
  • “Linee complementari”, costituiscono la maglia di collegamento nell’ambito dei bacini regionali e connettono fittamente tra loro le direttrici principali; comprendono minori livelli di densità di traffico;
  • “Linee di nodo”, si sviluppano lungo le grandi zone di scambio e collegamento tra le linee fondamentali e complementari.

Come si evince dall’immagine fornita dal sito ufficiale delGruppo Ferrovie dello Stato Italiane, la Sicilia è l’unica regione italiana insieme alla Sardegna a non essere fornita di “linee fondamentali”, ma soltanto di “linee complementari”. Non solo: su 1.369 km totali, ben 1.166 sono linee a semplice binario e solamente 203 km sono a binario doppio.

Un’altra importante distinzione tra le linee ferroviarie è rappresentata dalle linee elettrificate e quelle lungo le quali viaggiano treni che vanno a gasolio. Le ferrovie elettrificate sono di norma più veloci e affidabili, e hanno un minore impatto ambientale rispetto a quelle a gasolio. Per questo motivo, la presenza delle linee elettrificate è un importante indicatore di sviluppo di una regione.
In Sicilia quasi il 42% delle reti ferroviarie comprende linee non elettrificate, con treni a gasolio che attraversano l’isola.

Sicilia “maglia nera” d’Italia. Il “Rapporto Pendolaria” di Legambiente indica i pendolari siciliani “tra i più bistrattati d’Italia”, segnalando come ogni giorno le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia siano 429 contro le 2.300 della Lombardia, e annoverando la tratta Agrigento-Palermo, con un tempo di percorrenza di oltre due ore, con una velocità media di 67 km/h, tra le “10 linee pendolari peggiori d’Italia”: «Oltre a innumerevoli soppressioni e continui ritardi, le carrozze sono carenti dal punto di vista igienico, il riscaldamento/raffrescamento lascia spesso a desiderare e i viaggiatori e i pendolari nella tratta sono aumentati vertiginosamente fino a circa 500 persone a convoglio», recita il dossier.

(Ri)annunci. Nel corso dell’audizione alla Camera dei deputati in occasione della presentazione del Contratto di Programma 2017-2021, l’Amministratore Delegato di “Rete Ferroviaria Italiana” Maurizio Gentile, pur escludendo per la Sicilia l’esigenza di linee ad alta velocità, ha sottolineato le carenze della rete siciliana: «Sicuramente le linee siciliane non sono adeguate, ci sono oggettivamente dei tracciato obsoleti. Per questo motivo abbiamo sul contratto di programma ben 14 miliardi di euro di investimenti per la Sicilia. Non a caso uno dei progetti più importanti che sono nel Contratto di Programma è il raddoppio velocizzato della Palermo-Catania-Messina dal valore di circa 8 miliardi di euro». Se non dovessero sorgere particolari intoppi, ha poi aggiunto, «nel 2024 si può sperare di finire e andare in due ore da Palermo a Catania». Eppure, come sottolineato dal Presidente del “Comitato Pendolari Siciliani” Giosuè Malaponti, il “C.I.S. Contratto Istituzionale di Sviluppo” firmato nei primi mesi del 2013, prevedeva proprio per la Palermo-Catania una riduzione dei tempi di percorrenza a 2 ore e 30 entro il 2014.


IL VER­DET­TO

Viaggiando in prima persona, Matteo Salvini aveva testimoniato quanto fosse stato “surreale” impiegare 9 ore per spostarsi da Trapani ad Agrigento partendo alle 05.43 e arrivando alle 14.49. Secondo le indicazioni fornite dalle simulazioni di “Trenitalia”,  sono invece complessivamente necessarie 7 ore, un percorso di circa due ore in meno rispetto al viaggio intrapreso dal Ministro dell’Interno: oltre quattro ore con tre fermate da Trapani Centrale fino a Palermo, da lì servono altre due ore per giungere a destinazione ad Agrigento. Si segnalano invece tre ore in più per la tratta Trapani-Ragusa, con 14 ore di percorrenza rispetto alle 11 dichiarate. È inoltre vero che per oltre 600 km di linee ferroviarie viaggiano treni obsoleti che vanno a gasolio, lungo linee non elettrificate.

Più che in altre regioni d’Italia, la situazione delle ferrovie in Sicilia è quindi critica. O come direbbe Danilo Toninelli “da terzo mondo”.

La di­chia­ra­zio­ne me­ri­ta un “A vi­ri­tà”


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A vi­ri­tà (di­chia­ra­zio­ne rea­le)
Ppì tan­tic­chia 
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Men­zu men­zu (ap­pros­si­ma­ti­va)
Sta­mu bab­bian­nu? (di dub­bia at­ten­di­bi­li­tà)
Bel­la min­chia­ta (vi­sto­so stra­fal­cio­ne)

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