Passeggiare fra i vicoletti brulicanti di vita di Licata, incantarsi a guardare il mare dall’isola di Favignana e riscoprire i mille volti di Palermo spostandosi dalla Kalsa alla Vuccirìa, fino ad arrivare alla Palazzina dei Quattro Pizzi, antica residenza in stile liberty che si trova nel quartiere Arenella, il tutto mentre si approfondisce una pagina di storia familiare e al tempo stesso collettiva che ha segnato profondamente il volto della nostra isola. È su queste premesse che si basa la serie tv tratta dal bestseller di Stefania Auci I Leoni di Sicilia, pubblicato da Editrice Nord nel 2019 e diventato ben presto un caso editoriale che ha fatto appassionare migliaia di lettori non solo siciliani, ma provenienti un po’ da tutto il Paese.

LA PRODUZIONE E IL CAST. Non stupisce, quindi, che dopo il fascino esercitato dai Florio fra le pagine dense di descrizioni geografiche, riflessioni interiori e puntuali ricostruzioni legate al nostro passato, dall’Ottocento all’Unità d’Italia, che la scrittrice e insegnante trapanese ha riproposto nel suo avvincente romanzo, lo scorso 6 luglio la Leone Film Group abbia annunciato attraverso un post Facebook l’inizio delle riprese di una serie tv ispirata all’ascesa sociale e alle vicende personali della celebre famiglia di origini calabresi, toccando – come anticipavamo – numerose location panoramiche della Trinacria, la cui centralità nella trasposizione è già trapelata dagli scatti postati sul profilo Instagram del regista Paolo Genovese, nonché da un reel dell’attrice Donatella Finocchiaro.

Il post sul profilo Instagram di Paolo Genovese

Perché, sì, se da un lato la produzione della fiction include Francesco e Federico Scardamaglia per la Compagnia Leone Cinematografica e Raffaella Leone e Marco Belardi per la Lotus Production, dall’altro lato anche il cast è tutto nostrano, e sappiamo per certo che vedrà la presenza – insieme alla già citata Finocchiaro – di interpreti del calibro di Miriam Leone, Michele Riondino, Eduardo Scarpetta, Paolo Briguglia, Ester Pantano, Adele Cammarata e Vinicio Marchioni, che lo scorso 30 dicembre ha pubblicato su Instagram una foto di fine riprese ringraziando tutti coloro che ne hanno preso parte, e fornendo qualche dettaglio sul proprio personaggio, Paolo Florio, il capostipite della famiglia nato a Bagnara Calabra nel 1772.

«Un onore aver dato vita a quest’uomo
rude e visionario, che a tratti
ho insopportabilmente odiato».

Vinicio Marchioni

UN PROTAGONISTA RUDE E VISIONARIO. «“Il terremoto è un sibilo che nasce dal mare, s’incunea nella notte. Gonfia, cresce, si trasforma in un rombo che lacera il silenzio.” Il mio Paolo Florio sta tutto nell’incipit del romanzo. Un onore aver dato vita a quest’uomo rude e visionario, che a tratti ho insopportabilmente odiato per farlo, sperando di aver reso il servizio migliore a chi ha scritto questa saga così tanto amata, a chi l’ha letta creandosi un immaginario personale e a questo personaggio semi dimenticato dalla Storia. Con poco fare tanto è un altro insegnamento che mi porto dentro», sono state le sue parole, che in poche righe ci permettono già di cogliere il carattere singolare e tenace di Paolo. Dalla provincia di Reggio Calabria, infatti, con lui la famiglia Florio arriva a Palermo nel 1799, e in breve tempo la sua ambizione lo porta sempre più avanti nel successo commerciale: la bottega di spezie sua e del fratello Ignazio diventa non a caso la migliore del capoluogo, mentre i due si attivano nel commercio di zolfo e nell’acquisto di case e terreni, creando intanto una loro compagnia di navigazione.

La copertina del romanzo

IL VINO, IL TONNO, LE DONNE. Dopodiché, quando a Paolo succede il figlio Vincenzo, nelle cantine Florio il marsala – considerato fino a quel momento il vino dei poveri – si trasforma in uno tra i più desiderati in assoluto, mentre a Favignana viene innovato un nuovo metodo di conservazione del tonno (sott’olio e in lattina) che ne incentiva il consumo. La loro sorprendente ascesa a cui assiste la popolazione locale, però, è filtrata dal sottile disprezzo di chi guarda i Florio come eterni stranieri, «il cui sangue puzza di sudore», come si legge sul sito della casa editrice, con una frase che descrive il contesto dell’epoca con un’espressione particolarmente efficace. La vicenda va avanti, così, tra fragilità evidenti a chiunque ed episodi che, invece, toccano più la sfera personale dei Florio, come l’arrivo di Giulia nella vita di Vincenzo – «una donna forte e intelligente, in contrasto con le rigide regole della società del tempo», stando a quanto ha raccontato in un post su Facebook Miriam Leone…

L’ATTESA PER LA MESSA IN ONDA. Non è ancora nota la data di uscita della serie tv sulla piattaforma Disney +, ma la curiosità per la sua messa in onda sta già aumentando di settimana in settimana, facendosi palpabile soprattutto nei luoghi in cui la troupe ha soggiornato nei mesi scorsi e, naturalmente, raggiungendo il suo picco da quando si è avuta la conferma ufficiale della fine delle riprese. Quel che è certo è che l’adattamento de I Leoni di Sicilia ci restituirà un’immagine sfaccettata e contraddittoria dei Florio, dandoci la possibilità di approfondire le tappe del loro riscatto sociale e di rivivere un’epoca, un mondo e una mentalità che potrebbero ancora suggerirci tanti spunti di riflessione.

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