Il dialogo incantato
tra arte e natura
nei “Giardini di Luce”
del Timeo a Taormina

Ci sono luoghi che, per loro natura, vantano un fascino senza tempo, alimentato e reso quasi mitologico da leggende e aneddoti che li riguardano. Prendiamo, ad esempio, la terrazza dell’hotel Timeo di Taormina: pare che, quando il barone Otto Geleng (artista e viaggiatore cui oggi è dedicato il ristorante stellato dell’albergo) ritrasse il panorama da quella prospettiva, la sua bellezza venne ritenuta da alcuni critici tedeschi talmente significativa da non essere ritenuta possibile. E fu necessario un loro viaggio in Sicilia per ricredersi sul fatto che esistesse veramente.

Il Grand Hotel Timeo

Ma come può oggi il primo albergo di Taormina, aperto nel 1850, rinnovarsi tenendo viva una tradizione che lo ha visto meta privilegiata di artisti e sognatori? E come può il concetto di lusso sposarsi con quello di arte? Cosa rende oggi un’esperienza significativa oltre che esclusiva? La sfida di Belmond nei confronti di due alberghi storici taorminesi (l’altro è Villa Sant’Andrea, sito nella baia di Mazzarò, che nel 2019 ha festeggiato i suoi 100 anni) sembrerebbe quella di provare a rispondere a questi interrogativi. A fianco di iniziative glamour e dal sapore retrò, come le proiezioni di classici del cinema italiano nella spiaggia nei pressi di Isola Bella, l’azienda inglese leader nell’hotellerie internazionale (e nei viaggi sui treni di lusso) punta nel 2021 sulle esperienze artistiche, con una mostra allestita nei giardini del “Timeo” inaugurata lo scorso lunedì 19 luglio e che verosimilmente si pone come preludio a un più ampio progetto sugli alberghi della catena in Italia.

BOLLICINE IN GREEN. Accolti dalle bollicine di Ferrari (durante la serata lo “Sparkling Tree Bar” ha proposto una selezione di “Trentodoc Ferrari Perlè” e “Maximum Blanc de Blancs”) e da un benvenuto dello chef (micropiatti che accostano pesce, frutta, tradizione siciliana e prospettiva internazionale), ci immergiamo, con il sole tramontato da un po’, nei magnifici giardini progettati dalla botanica inglese Florence Trevelyan (cugina della regina Vittoria che a Taormina trascorse i suoi ultimi anni al fianco del siciliano Salvatore Cacciola, che della cittadina fu a lungo sindaco) e un tempo parte di un’area più ampia che includeva l’attuale villa comunale.

LA MOSTRA. La crescente oscurità, appena schiarita da una luna immaginifica ancorché non piena, è stata occasione preziosa per presentare il progetto “Giardini di luce”, una collettiva allestita da Vittorio Erlindo, da alcuni anni curatore della Biennale di Light Art di Mantova, che per Taormina ha coinvolto cinque artisti con delle opere site specific. «Una delle cose che più mi ha colpito quando sono venuto qui – racconta – è stata la presenza di molte giare, piene d’acqua o vuote. Ho immaginato che sarebbero state il contesto ideale per delle installazioni, così ho chiesto all’artista Nino Alfieri di lavorarci». Il risultato sono dei piccoli mondi fatti di pigmenti e luce colorata che si spande all’interno di ciascun pezzo. Un omaggio all’artigianato locale, ma anche un modo per sottolineare come dietro il lavoro dell’uomo vi sia un vero e proprio universo da scoprire.
Altresì interessanti le sculture di Davide Dall’Osso – teste, cavalli e ballerine – realizzate mediante materiali riciclati, le quali pongono una riflessione sulla sostenibilità ambientale, questione imprescindibile se si realizza un progetto immerso nella natura, ancorché curata e addomesticata dall’uomo come nel caso del giardino del Timeo.
Incentrate sulla riflessione della luce sono invece le installazioni di Giulio De Mitri, che a Taormina propone quindici farfalle-specchio, e di Fardy Maes, che ha realizzato una installazione (fruibile solamente di giorno), intitolata “Il terrazzo dei cieli sfuggenti” e consistente in uno specchio che invita lo spettatore a guardarsi in cielo e ammirare la natura riflessa in esso.

PERFORMING ARTS. A rendere viva l’esperienza artistica in occasione della serata di presentazione sono state le performance dei ballerini di “Evolution Dance Theater” (che qualcuno ricorderà in uno spettacolo al Giardino Bellini di Catania un paio d’anni fa) e il gesto suadente della violinista Elsa Martignoni. Suo il coordinamento musicale durante l’inaugurazione: un mix di elettronica minimale, pad avvolgenti, frequenze che riportano ora all’incedere delle onde e melodie easy listening interpretate dal suono del violino solista.

La performance della violinista Elsa Martignoni

Un approccio tout court quindi, in cui la dimensione delle performing arts è stata proposta a un pubblico eterogeneo e internazionale. «In questo senso – confessa il curatore – ho dovuto cercare un buon equilibrio, perché il contesto doveva essere appetibile allo sguardo di chi nell’arte non vive quotidianamente, ma è comunque avvezzo alla bellezza e alla meraviglia».

IL TEMPIO DELLA LUCE. La serata inaugurale della mostra è proseguita poi con una cena a base di pesce (lo chef del Timeo, Roberto Toro, stellato Michelin, è tra i più stimati della Sicilia orientale, e proporrà prossimamente alcuni piatti ispirati alle opere esposte) per poi proseguire verso l’ultima opera in esposizione: il “Tempio della luce” di Nicola Evangelisti. Si tratta di una struttura in metallo, ispirata alla chiesa di San Giuseppe a Taormina, nei cui tre rosoni è stata inserita una simbologia che richiama le tre religioni monoteiste. A rendere speciale il tutto una particolare verniciatura e la luce di wood, che ha reso fluorescente il “gazebo”. «La suggestione iniziale – racconta ancora il curatore – ci è venuta dal fatto che in questo albergo spesso si celebrano dei matrimoni. Allora abbiamo pensato a qualcosa che in qualche modo esprima il sacro che, a differenza delle religioni, è insito in ciascuno di noi». A rendere speciale questa parte della serata è stata anche una nuova performance dei ballerini-acrobati di Evolution Dance Theater, la quale ha molto sorpreso gli ospiti, prima di affidarli alle dolci conclusioni dello chef e alle bollicine di Ferrari.

Il “Tempio della luce” di Nicola Evangelisti

L’esposizione “Giardini di luce” rimarrà allestita presso il Grand Hotel Timeo fino alla conclusione della stagione. La mostra è fruibile tutti i giorni per gli ospiti dell’albergo e sarà possibile, a partire da agosto, visitarla anche da esterni grazie a una visita guidata con cadenza settimanale.

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Direttore responsabile del Sicilian Post. Giornalista, laureato in comunicazione. Collabora con le pagine di cultura e spettacolo del quotidiano "La Stampa". Ha pubblicato su svariate testate nazionali e regionali, tra le quali "La Repubblica" e "La Sicilia". Dal 2018 è promotore del workshop internazionale "Il giornalismo che verrà". Attivo sul piano dell'innovazione è tra gli ideatori di "ARIA", tool per infografiche finanziato da Google DNI. È autore dei volumi "Visioni" (Università di Catania, 2018); "Il giorno dopo" (ebook, Sicilian Post, 2020); "Turi Ferro, il primattore" (Domenico Sanfilippo editore, 2021).

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