Autore di libri e programmi tv sui viaggi, l’americano Rick Steves è considerato una voce autorevole nei viaggi in Europa. La sua attività, “Rick Steves’ Europe” inizia nel 1976 e passa velocemente da un lavoro individuale a una grande compagnia: ha pubblicato oltre cinquanta guide sul nostro continente, prodotto la serie tv di viaggi più popolare in America e conduce un programma radiofonico di un’ora a settimana. Rick Steves’ Europe crea anche tour di gruppo in tutta Europa. Lo abbiamo incontrato a Siracusa durante una tappa del suo tour di gruppo e gli abbiamo chiesto del suo rapporto con la Sicilia.

Quando è nata l’idea dei viaggi di gruppo?
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Ho iniziato dando informazioni di viaggio attraverso dei libri: il mio obiettivo era di insegnare agli americani a viaggiare in maniera confortevole per conoscere di più il mondo. Solo dopo è venuto il Tour operator, che prima gestivo da solo mentre adesso ho cento collaboratori nella mia sede di Edmonds, nello Stato di Washington».

Perché l’Europa?
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L’Europa è la nostra prima destinazione, poi si sono aggiunti l’Africa, l’India e il Sud America. Il vecchio continente è l’inizio, l’introduzione al resto del mondo. L’Italia è la destinazione più richiesta: la più popolare nei viaggi, la più venduta nelle guide di viaggio e la più vista nei programmi TV: abbiamo quattro puntate sull’Irlanda, due sul Portogallo e ben 18 sull’Italia».

Cosa l’ha spinta a proporre la Sicilia?
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Gli americani hanno una visione distorta della vostra terra: pensano sia pericolosa, sporca e “difficile”. È importante fare sapere, invece, che è sicura, pulita e accogliente. La gente non capisce quanto la storia di quest’isola sia ricca e importante. È come una “lasagna” con diversi livelli di storia e arte nel corso dei secoli. Per me è una splendida sfida quella di spiegare la vera Sicilia agli altri».

È la sua prima volta in Sicilia?
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Sono stato in Sicilia da studente e circa 15 anni fa per fare un sopralluogo, poi sono tornato con la troupe per una puntata su Palermo, Cefalù, l’Etna e Taormina».

Cosa ha trovato di diverso?
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La Sicilia è cambiata: caotica ma in maniera positiva. Se quando vai in Italia ti piace Roma, puoi continuare il viaggio perché sarà meraviglioso. Diversamente, non proseguire perché per te potrà solo peggiorare. Mi piace Roma, adoro Napoli ma amo la Sicilia perché è l’estremo di tutto ciò che è l’Italia: ottimo cibo, gente accogliente, tanta “vita” e tanta storia».

Chi decide su quale destinazione puntare?
«Lo decide la gente: noi programmiamo dove c’è richiesta e dove abbiamo delle ottime guide che accompagnano i nostri gruppi. Tutte le nostre guide sono fenomenali e amano la Sicilia. Le guide brave e la fama di viaggi avventurosi ci permettono di rendere il viaggio un’esperienza».

Quali sono i progetti futuri per la Sicilia?
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Sono qui per lavorare a una nuova guida e per una puntata del mio programma tv. Sto partecipando a uno dei miei tour per essere aggiornato sulla situazione, considerando che ogni anno abbiamo circa 30 gruppi solo per la Sicilia è importante restare “connessi” con la realtà. Stiamo lavorando su una guida perché quest’isola ha una piccola parte nel libro sull’Italia ma non è abbastanza. Sarà una sana competizione con la Lonely Planet: ad esempio, abbiamo fatto una passeggiata per il centro storico di Siracusa e abbiamo visto che Ortigia non è solo il Duomo o il Tempio di Apollo. È la cultura di oggi: ho assaggiato il seltz al limone e posso solo immaginare cosa mi aspetterà quando arriverò a Catania; ma non posso distrarmi: dobbiamo scegliere bene perché gli americani fanno viaggi brevi e vogliono il meglio».

Ci sarà un nuovo programma TV sulla Sicilia?
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Non nell’immediato: la priorità è nella guida; spero in futuro di fare un altro programma in tv soprattutto perché ho saputo che il mio show viene trasmesso anche in Italia su Sky, si chiama “L’Europa di Rick Steves”. Sono curioso di ascoltarmi con una voce italiana e in ogni caso, la Sicilia merita il suo spazio».

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