Momenti bucolici in famiglia trascorsi nella semplice quotidianità della campagna siciliana. Un’esperienza di benessere interiore e di riscoperta di un’antica pratica che insegna ad apprezzare ancor di più il valore del prodotto d’eccellenza nella dieta mediterranea

Sveglia presto e tutti in campagna intorno alle 8:30-9 del mattino, quando il sole su un tipico paesino dell’entroterra siciliano è già alto e il terreno un po’ più asciutto. Cambiate le scarpe e indossati i guanti, ci si dirige verso gli ulivi, sotto i quali posizionare le reti per la raccolta. Persone attorno a un albero, immerse nella bellezza senza tempo della natura, trascorrono il loro tempo all’aria aperta, a volte chiacchierando, raccontando aneddoti di raccolte passate o storie tramandate sulle fatiche di un tempo, ridendo quando le olive cadono sulla testa di qualcuno, altre condividendo i suoni di ciò che li circonda, dal vento al rumore dei rastrelli o delle dita che scorrono tra le foglie, al fischio di un treno in lontananza. Nessuna connessione se non quella con sé stessi, ipnotizzati piacevolmente dai gesti che si ripetono, ci si lascia andare ad una sensazione di benessere che non fa avvertire la fatica, in cui non si fa caso alle ore che passano, finché non si sente la sirena del paese che segna le 13:00 o non appena qualcuno avverte un certo languorino. Ci si ferma così per una pausa, giusto il tempo di un panino imbottito o di una muffuletta (panino con seme di finocchietto) condita con olio e parmigiano, per poi riprendere e dedicarsi alla raccolta prima che faccia buio o che si venga colti dall’imprevedibilità del tempo nei mesi autunnali.

Foto di Daniela Marsala

SAPORI DI CASA. Dopo i giorni di raccolta, trascorsi nella loro ciclicità tra reti stese sotto gli alberi, cassette riempite e trasportate con la carriola, una volta accumulati i propri quintali di olive, si è pronti per la fase successiva: il frantoio. Qui, immersi nei rumori e nell’odore pungente dei vari oli nuovi, si assiste a tutto il processo di estrazione: le olive trasportate vengono pesate, defogliate e lavate. Con la frangitura si forma una pasta dalla quale con la gramolatura viene disemulsionato l’olio presente. Infine con la centrifuga si separano le parti solide da quelle liquide e nel decanter avviene un’ulteriore scissione tra olio e acqua. Si condivide l’attesa del proprio turno con gli altri coltivatori, conoscenti e non. Stanchi ma soddisfatti allo stesso tempo ci si lascia andare anche ai ricordi. Quando arriva il proprio turno, si prova una certa emozione a vedere scorrere davanti agli occhi il frutto del proprio lavoro che con il suo sapore genuino sveglia i sensi e ogni volta ti riporta a casa.

Foto di Daniela Marsala

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