«Da un lato il mare, dall’altro il vulcano: è questo unicum paesaggistico a rendere unici i vini del versante Est dell’Etna. D’altronde, conoscete qualcuno che si chiama Tramonto? E Aurora?». Così l’enologo Salvo Foti ha sintetizzato le ragioni dell’eccellenza dei vitigni orientali della nostra montagna e, insieme, i motivi che hanno portato a ideare “Versante Est: Etna, Enoturismo e Cultura”, un programma di 9 eventi + 1 dedicati al mondo del vino, dell’enoturismo e alle cantine del versante orientale del Monte Etna. L’iniziativa è stata recentemente presentata nella storica cornice di Palazzo Vigo, all’ombra di un Ficus secolare che ha suggellato, in un silenzio interrotto solo da scampanii e cinguettii, una serata all’insegna della valorizzazione del territorio. Forse che Bacco abita il nostro vulcano ma ama il versante Est?

IL PROGETTO. Nasce nel 2020 con le cantine Barone di Villagrande e Murgo, a cui lo scorso anno si sono aggiunte Gambino Vini e Ciro Biondi. La terza edizione si amplia con la partecipazione di Benanti, Nicosia, I Vigneri, Terra Costantino e Tenute Mannino di Plachi. L’obiettivo? Offrire una wine experience che sperimenta nuove narrazioni del vino in cui l’enoturismo è ambasciatore di bellezza. Protagonista, quindi, il versante Est del vulcano, le cui peculiarità paesaggistiche e climatiche (prima tra tutte la più alta piovosità rispetto al versante Nord-Ovest) sono all’origine della complessità dei suoi vini, interessanti, mai banali.

LA RINASCITA DEL VULCANO. «C’è stato un tempo in cui l’Etna sembrava non interessare a nessuno. Fino a una decina di anni fa venivano stanziati contributi regionali per adibire i vigneti a vitigni francesi», ha commentato Foti. Oggi il vulcano torna a rappresentare sé stesso. E insieme il made in Italy che da sempre significa Sicilia: basti pensare che l’etichetta Doc più antica è siciliana. «Il territorio etneo dà e può dare tanto se ascoltato e valorizzato – ha aggiunto –. Basta alzarci di 400/600 metri per produrre vini diversi: il Nerello Mascalese, ad esempio, è un “tipo da spiaggia” che a Milo soffre. Qui, invece, si trova bene il Carricante, selezionato in modo geniale dai viticoltori». Il mondo da noi cambia a 20 minuti di auto e le uve etnee esprimono in pieno questa biodiversità.

UNA STORIA MILLENARIA. Come ha illustrato Foti, in questo senso la viticoltura è frutto di una coevoluzione tra uomo e vite che risale a circa 7 mila anni fa e che in Sicilia si deve anche al contributo dei greci che ci hanno trasmesso, insieme alla cultura del vino, qualche vitigno. «La vite di per sé è selvaggia: l’uomo la educa a darci un vino che apprezziamo attraverso una lenta ma armonica selezione che rispetta la civiltà del luogo». Nascono così etichette che parlano lingua indigena ma si lasciano amare da tutto il mondo.

«VINI NAVIGABILI». Quello tra Riposto e il frutto sacro a Bacco è un legame antico, come ha sottolineato Antonio Patanè, cultore della materia presso la cattedra di Storia Moderna del Dipartimento di Studi Politici e Sociali di Unict. «Riposto – ha spiegato – era la capitale dell’arte del legno e in particolare della costruzione delle botti in cui veniva riposto il vino. Inoltre, in quanto città portuale, era garanzia di commerci: qui, infatti, il vino prodotto sull’Etna veniva portato per essere commercializzato». Gli fa eco Foti: «Per questo i vini etnei erano definiti “navigabili”, perché erano gli unici che, per natura, messi nelle navi non arrivavano a destinazione trasformati in aceto».

IL PROGRAMMA. Dalla cena gourmet all’aperitivo al tramonto, dal pranzo tra i vigneti alle degustazioni alla cieca. Si parte il 3 settembre con I Vigneri per chiudere il 26 febbraio 2023 con Tenute Mannino di Plachi: un calendario che attraversa 3 stagioni per offrire uno scorcio diverso dell’Etna scandito dai suoi prodotti stagionali, come terra comanda. Un viaggio che sarà inaugurato il 2 settembre con una masterclass in seno a ViniMilo che, in quanto manifestazione più antica sui vini dell’Etna, non poteva non abbracciare l’iniziativa di VersanteEst. Insomma, un progetto che promuove il territorio e fa proprio l’insegnamento delle ginestre: stringersi ai piedi dell’Etna e fare rete per vivere e crescere insieme.


Gli eventi in programma

2 settembre 2022 – Mastercass all’interno della rassegna ViniMilo 2022

3 settembre 2022 – I Vigneri, Via Abate, 3, Milo (CT)

18 settembre 2022 – Azienda agricola Ciro Biondi, Via Ronzini, 55a, Trecastagni (CT)

1 ottobre 2022 – Gambino vini, Contrada Petto Dragone, Linguaglossa (CT)

16 ottobre 2022 – Terra Costantino, Via Giuseppe Garibaldi, 417, Viagrande (CT)

5 novembre 2022 – Barone di Villagrande, Via del Bosco, 25, Milo (CT)

18 novembre 2022 – Benanti, Via Giuseppe Garibaldi, 361, Viagrande (CT)

21 gennaio 2023 – Murgo, Via Zafferana, 13 Santa Venerina (CT)

4 febbraio 2023 – Nicosia, Via Luigi Capuana, 65, Trecastagni (CT)

26 febbraio 2023 – Tenute Mannino di Plachi, s.s. 417 km 88 contrada juncetto, Catania

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