Sicilian Playlist #168: alla riscoperta dei suoni della tradizione con il Quartetto AreaSud
Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.
Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it
“Za vecchia/Un puddicinu” Quartetto AreaSud
Il videoclip del brano che esplora la dimensione fiabesca e onirica del repertorio calabro-siculo e che fa parte del nuovo lavoro discografico “Dorandismo” del quartetto siculo-calabrese formato da Franco Barbanera (flauti e cornamuse), Giampiero Cannata (basso e voce), Maurizio Cuzzocrea (chitarra battente, ukulele e voce) e Mario Gulisano (percussioni, scacciapensieri e voce).
“A centru di munnu” I Beddi
È la canzone ufficiale del Carnevale di Acireale 2024, “il più bello della Sicilia”.
“Scinni” Mimì Sterrantino e Davide Campisi
Brano che parla della boriosità, che molto spesso percepiamo negli ambienti che ci circondano, ma dove la semplicità farà sempre da padrona.
“Iermanimei” Eleonora Bordonaro
Un docu-visual assolato che ripercorre le tappe della scoperta umana e musicale dei Giudei e San Fratello, in una prospettiva live. Tra l’esibizione pop e il documentario etnografico, il video esplode di vita vissuta tra abbracci, errori, prove, scoramento ed entusiasmo di esseri umani che gradualmente si incontrano intorno ad un desiderio comune. Il brano ethno-pop della cantautrice siciliana Eleonora Bordonaro è frutto di quindici anni di appassionata ricerca e annuncia l’uscita dell’album “Roda” per il primo di marzo.
“Lu Terremmotu” Antonio Clemente
Cantautore, poeta e pittore di origine trapanese, ma trapiantato a Genova, Antonio Clemente si riallaccia alle sue origini ricordando i tragici giorni del sisma che devastò la Valle del Belice. Parte dal 3 gennaio del 1968, da quel boato che sconvolse paesi, campagne, famiglie, il primo singolo del nuovo disco che uscirà in marzo. «È una canzone in siciliano e parla del terremoto del Belice ispirandosi in buona parte al libro del sociologo e attivista Lorenzo Barbera», spiega l’autore. «È dedicata a tutte le vittime delle catastrofi umanitarie, naturali e non». Il videoclip è realizzato con alcuni estratti dal docufilm “Sicilia terremoto anno uno” di Beppe Scavuzzo (1969).
“The Point of Living” Giolì & Assia
Continuando a tracciare il proprio percorso unico, il duo pionieristico siciliano Giolì & Assia torna con la sua prima proposta del 2024. Dopo l’incantevole “Young Forever” uscito alla fine dello scorso anno, Giolì e Assia rendono ancora una volta note le loro intenzioni musicali con un altro potente singolo che incapsula l’approccio crudo e profondamente personale che sfruttano in ogni uscita. Un paesaggio sonoro più orientato ai club, con voci ricampionate che creano toni simili a sirene, percussioni portanti e una miscela di sintetizzatori ed elementi orchestrali, che si uniscono per creare ricche trame di suoni che gli ascoltatori si aspettano da una produzione di Giolì & Assia. Narratrici appassionate, il video musicale di accompagnamento è un altro capolavoro visivo che incapsula davvero l’ingegno creativo di Giolì & Assia. Scavando più a fondo nel messaggio della canzone, il video offre una sorprendente interpretazione visiva della fragilità della vita e dell’amore.
“Non importa la meta” Luca Di Martino
A sei mesi di distanza dall’ultimo lavoro discografico “Il richiamo e l’abbandono”, pubblicato per l’etichetta 802 Records, il chitarrista e compositore madonita Luca Di Martino presenta il suo nuovo singolo, “Non importa la meta”, che anticipa l’omonimo album d’esordio da cantautore. Il brano è accompagnato da un videoclip realizzato dal giovane artista agrigentino Salvo La Rocca, (La rocca films); filo conduttore è il tema della vita intesa anche come viaggio, raffigurato attraverso diversi momenti di movimento e riflessioni.
Racconta Luca Di Martino in un pensiero che racchiude il senso del singolo e dell’intero album: «Una pagina bianca e una vita da inventare…Aver perso la bussola sembra essere la condizione ideale per intraprendere il viaggio. Un invito alla calma, al non omologarsi alla massa e dare risalto alla propria identità, alle proprie aspirazioni. Rimanere eterni viaggiatori senza considerare la meta, ma godere della bellezza del tragitto che ci conduce ad essa in una lenta scoperta di sé stessi e dell’altro».
“Pazzo mondo” Dea
Una canzone che «nasce in un periodo molto complicato per tutti. Un lungo momento, attraversato da paure, incertezze, illusioni che hanno purtroppo condizionato il nostro modo di vivere e di pensare… È stato scritto in modo consapevole di ciò che stava capitando attorno a tutti noi, vivendo e sentendo ogni parola, facendola propria. Ma alla fine del tunnel, c’è sempre uno spiraglio di luce…», spiegano i Dea, band siciliana nata per passione e amore verso la musica e con la voglia di farsi sentire e raccontare.
“L’universo” Brando Madonia
Dopo “Oslo”, “Autogrill” e “Cattedrale, è la canzone che chiude l’EP “Inverno cenere”, secondo capitolo della nuova avventura del cantautore catanese in attesa di aprire il terzo dedicato alla Primavera (il primo è stato “Autunno” nel 2023). Brano sognante, dalle atmosfere vintage.
“Respiri” Antonino De Luca
È il brano che dà il titolo all’album del fisarmonicista messinese Antonino De Luca. Il cd propone sei composizioni originali (fra cui la title-track) e le riproposizioni di “Home” di Michel Petrucciani, “Rain” di Enrico Rava, “Peace” di Horace Silver e “Tears” di Michal Tokaj, tutte eseguite in solo. «Dopo “Radici” e “Rifugi”, avevo bisogno di dare forma tangibile alla mia idea di suono puro della fisarmonica sola. Il risultato è “Respiri”, che trae ispirazione dalla parte che questo meraviglioso strumento necessita per funzionare: il mantice, il suo Respiro pulsante», sottolinea il musicista e compositore. «Abbracciare la fisarmonica per suonare significa appoggiarla sul petto, lasciare che diventi un tutt’uno con il cuore, per pulsare all’unisono ed esprimere emozioni e stati d’animo vari e contrastanti, unicamente attraverso il suo Suono, sintesi di simbiosi totale».