Sulle orme dei grandi artisti: 5 imperdibili architetture contemporanee in Sicilia
Il barocco della Val di Noto, la magnificenza della Valle dei Templi, le tracce perfettamente conservate della cultura araba tra le vie di Palermo. Nell’immaginario collettivo, sembrerebbe proprio che quanto di interessante ci sia da ammirare nel patrimonio architettonico siciliano si fermi alle soglie della modernità. Tuttavia, come spesso accade, la nostra isola sa essere alquanto sorprendente: non mancano, infatti, celebri e affascinanti esempi di costruzioni contemporanee che portano la firma di alcuni degli artisti più riconosciuti a livello internazionale nel secondo Novecento e che non è difficile scorgere esplorando l’Isola e le sue città.
Siracusa – Basilica Santuario Madonna delle Lacrime – Michel Andrault e Pierre Parat
Ideato nel 1957, il progetto degli architetti francesi Michel Andrault e Pierre Parat, ha visto la luce soltanto nel 1994 dopo gli innumerevoli ritardi e rinvii che hanno fatto slittare il completamento di questa costruzione dallo stile decisamente peculiare. Le sue forme al tempo stesso imponenti e slanciate costituiscono la cifra stilistica dell’edificio che si sviluppa in altezza per circa 75 metri e che contribuisce a rendere distintivo lo skyline della città aretusea.
Gibellina (TP) – Cretto – Alberto Burri
L’indelebile ricordo del terribile sisma che nel 1968 squassò la Valle del Belìce venne definitivamente consegnato alla memoria quando, a metà degli anni ‘80, l’artista umbro cominciò a dare forma ad una delle sue più celebri opere. Grazie alla sua intuizione, le rovine della vecchia Gibellina rivivono attraverso questa sorta di grande calco non soltanto come eterna testimonianza della tragedia, ma anche come unico lascito che rende identificabile la struttura di un centro abitato andato completamente distrutto.
Salemi (TP) – Chiesa Madre e piazza Alicia – Álvaro Siza and Roberto Collovà
Strettamente collegata alla storia di Gibellina, anche la località di Salemi ha visto rinascere dal dolore una bellezza che si credeva perduta. Merito dei due architetti portoghesi che, sul finire degli anni ‘90, attraverso un meticoloso studio del sito, sono riusciti, completamente in digitale, a ricostruire uno dei simboli del paese: la sua cattedrale. Ma non solo: nell’intento di ripristinare virtualmente non semplicemente l’edificato, quanto piuttosto lo spirito che contraddistingueva il luogo, oggi è possibile ammirare anche le strade e la piazza che si snodavano attorno all’edificio sacro.
Santo Stefano Quisquina (AG) – Teatro Andromeda – Lorenzo Reina
108 posti a mille metri d’altezza sui Monti Sicani, tra prati e boschi che fanno pensare più alla Svizzera che alla Sicilia. Il Teatro Andromeda – il più alto d’Europa – è il frutto del sogno del pastore-scultore Lorenzo Reina che, pietra dopo pietra, ha eretto questo insolito e suggestivo tempio dell’arte sul terreno di famiglia a poca distanza dal centro medievale di Santo Stefano Quisquina. Il luogo ideale per provare quanto la natura incontaminata possa fare da cassa di risonanza alle emozioni del palcoscenico.
Castel di Lucio (ME) – Il labirinto di Arianna – Italo Lanfredini
Un altro gioiello custodito dalle montagne. Questa volta si tratta dei Nebrodi, a poca distanza da Castel di Lucio. Qui lo scultore mantovano Italo Lanfredini nel 1990 ha realizzato una delle opere più affascinanti all’interno del progetto di Fiumara D’Arte. L’omaggio al mito greco racchiude una profonda connessione con il tema della scoperta di sé: l’ingresso al labirinto, che segna quasi il passaggio momentaneo ad una dimensione sospesa, rappresenta l’inizio di un viaggio interiore che spinge chi lo compie a riflettere sulla propria identità. Al centro dell’installazione un albero di ulivo, che richiama le mete ideali di saggezza e conoscenza secondo l’insegnamento dei greci.