“Taliatila che bedda”:
Il “brand” Sant’Agata
sta bene su (quasi) tutto
Dal 3 al 5 febbraio la città di Catania si accende per le festività dedicate alla sua patrona. Non solo le luci e i fuochi “da sira ‘o tri” ma anche pubblicità ed eventi organizzati da aziende nazionali e locali, anche se con esiti non sempre fortunati.

Vogliamo parlare del silent party organizzato da Red Bull? Un party dentro una festa cristiana. Tralasciando i volantini osceni che hanno realizzato, definirli brutti è poco, trovo a prescindere disgustoso sfruttare eventi del genere solo per fare soldi. E parla uno che non crede e non segue la festa. Il problema sta alla base della comunicazione. Il payoff della vignetta è ambiguo e sbagliato, considerando che i devoti alzano le candarole contenti dello sforzo fisico fatto per la loro patrona. Da catanese spero il prossimo anno si risparmino questo scempio.