Quando qualcuno organizza un evento senza consultarsi con altri, o quando un bambino riesce a rubare dalla credenza un pacco di caramelle senza essere visto dai genitori, in dialetto siciliano si direbbe che ci è riuscito facendo tutto all’intrasàtta, all’antrasàtta o ‘a ‘ntrasàtta, in base alla zona nella quale si vive.

Si tratta di un’espressione ben più antica di quanto si possa immaginare, che è arrivata nella Trinacria attraverso la lingua napoletana. Nella capitale partenopea, infatti, la locuzione è nota a grandi e piccini, ed è arrivata a ispirare nel secolo scorso una breve lirica di Totò intitolata proprio All’intrasatta: «L’ammore è na jurnata ‘e sole / ca schioppa all’intrasatta dint’ ‘o core. / E ‘o sole mio si tu!… / Schiuppanno all’intrasatta dint’ ‘a stu core / he dato vita nova a chesta vita; / l’essenza profumata ‘e na viola / e ll’uocchie appassiunate ‘e Margarita».

Stando a una teoria linguistica ormai ampiamente accreditata, il napoletano avrebbe ereditato a sua volta il sintagma dalla formula latina res inter alios acta, spesso abbreviata in inter res acta, che si utilizzava per riferirsi a un accordo commerciale (res) stipulato in mezzo ad altri atti di negoziazione, con riferimento quindi all’ambito economico e mercantile.

A partire da questa abitudine linguistica, nel Sud Italia si è attribuita sempre più spesso una sfumatura di segretezza e di rapidità al concetto, di cui peraltro si è modificata l’ortografia per rendere l’espressione più adatta alla parlata locale. Così, al giorno d’oggi, numerose sono le regioni e le aree del nostro Paese nelle quali all’intrasàtta è un modo molto comune per descrivere un’azione furtiva, nascosta, quasi malandrina.

Dopodiché, per coglierne al meglio ogni sfumatura, è fondamentale prendere in considerazione il contesto in cui la si usa e il tono con cui le si fa ricorso, dal momento che potrebbe limitarsi a fungere da battuta di spirito o arrivare a suggerire un’accusa poco velata nei confronti del proprio interlocutore, passando per una vasta gamma di significati intermedi…

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Traduttrice di formazione, nonché editor, correttrice di bozze e ghostwriter, Eva Luna Mascolino (Catania, 28 anni) ha vinto il Campiello Giovani 2015 con il racconto "Je suis Charlie" (edito da Divergenze), tiene da anni corsi di scrittura, lingue e traduzione, e collabora con concorsi, festival e riviste. Ha conseguito il master in editoria di Fondazione Mondadori, AIE e la Statale di Milano, e ora è redattrice culturale - oltre che per Sicilian Post - per le testate ilLibraio.it e Harper’s Bazaar Italia. Lettrice editoriale per Salani, Garzanti e Mondadori, nella litweb ha pubblicato inoltre più di 50 racconti.