“Ammuntuàri”, il verbo che serve a nominare gli altri (soprattutto a Natale)

Mancano ormai pochi giorni al Natale e, fra gli ultimi regali ancora da comprare, i biglietti di auguri da scrivere e gli ingredienti da preparare per i pasti in compagnia, le poche ore di lavoro e di impegni che ci separano dal 25 dicembre voleranno come ogni anno, catapultandoci finalmente verso una delle ricorrenze più attese dell’anno.

In vista dei brindisi, dei cenoni e dei pranzi in famiglia, è quindi bene rammentare fin da ora alcune norme di comportamento utili a tenere alto l’umore generale e a non ritrovarsi in situazioni sgradevoli. Niente domande indiscrete, quindi, e soprattutto niente discorsi controversi, che potrebbero suscitare dibattiti un po’ più accesi o un po’ meno spiritosi del necessario, specie con i parenti che – come si dice in Sicilia – si prendono più facilmente ‘a quistiòni.

Raccogliere le provocazioni (così potremmo tradurre questa espressione dialettale) è infatti uno degli sport preferiti di certi nonni, zii o cugini, motivo per cui l’ideale sarebbe disinnescare certe micce, tenendo conto se serve di un consiglio che nella Trinacria è sempre bene rammentare: Nun ammuntuàri morti a tàvula, e cioè non nominare i defunti quando si è riuniti insieme a tavola, evitando così uno degli argomenti tristi per eccellenza della nostra società.

Un modo di dire che ci viene doppiamente in soccorso, dal momento che ci dà anche la possibilità di capire meglio da dove derivi una parola curiosa e diffusa come ammuntuàri, che per l’appunto potremmo tradurre come citare, nominare, e che in effetti arriva addirittura dal provenzale mentover, di cui si è mantenuto l’antico significato originario.

Oggi, pertanto, in Sicilia ammuntuàri vuol dire fare menzione, mentre riferire il termine a una figura importante, come un prufissùri ammuntuàtu o più in generale un personaggio ammuntuàto significa sottolineare che parliamo di qualcuno di spessore, che ha una certa nomina, come per l’appunto un ricercatore nell’ambito accademico, o magari un VIP nel mondo dello spettacolo.

Un’informazione che può fare al caso di chi, in vista del Natale, sta cercando spunti di conversazione più goliardici da suggerire ai parenti, e potrebbe a questo punto optare per personalità famose e conosciute un po’ da tutte le generazioni, ammuntuàndo le persone giuste di cui chiacchierare a tavola.

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Traduttrice di formazione, nonché editor, correttrice di bozze e ghostwriter, Eva Luna Mascolino (Catania, 28 anni) ha vinto il Campiello Giovani 2015 con il racconto "Je suis Charlie" (edito da Divergenze), tiene da anni corsi di scrittura, lingue e traduzione, e collabora con concorsi, festival e riviste. Ha conseguito il master in editoria di Fondazione Mondadori, AIE e la Statale di Milano, e ora è redattrice culturale - oltre che per Sicilian Post - per le testate ilLibraio.it e Harper’s Bazaar Italia. Lettrice editoriale per Salani, Garzanti e Mondadori, nella litweb ha pubblicato inoltre più di 50 racconti.

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