Immaginate di giocare una partita a briscola in quattro: il vostro compagno vi chiede di favorirlo in un determinato seme, di cui voi però non avete carte in mano. Oppure immaginate di avere investito tutti i vostri risparmi in un’impresa che è andata male, e di ritrovarvi adesso senza il becco di un quattrino.

O ancora, più semplicemente: immaginate di ricevere la telefonata di un amico che vi propone di aggregarvi a un’attività di gruppo, ma di rifiutare perché vi sentite stanchi. Ecco. Tutte queste circostanze, in Sicilia, porterebbero chi vi circonda a commentare con la stessa espressione l’andazzo delle cose, ovvero «Sei un fàgghiu».

In base alla zona, è possibile sentire anche la variante fàgghio, fàglio o fàgliu, ma la sostanza resta la stessa. Una persona deludente, o una al verde, sarà infatti definita in dialetto dal medesimo aggettivo, diventato ormai così comune nel linguaggio parlato da essere stato utilizzato perfino dallo scrittore Andrea Camilleri nei suoi romanzi dedicati al commissario Montalbano.

La sua origine si deve al verbo italiano sfagliare, con cui qualche secolo fa si indicava lo scarto o il salto repentino che compiono gli animali quando cercano di sfuggire a un’aggressione, lasciando una traccia del loro passaggio sul terreno.

Da qui, il lemma ha preso a significare scartare in altri contesti, come quello già menzionato delle carte da gioco, nel cui ambito di conseguenza vuol dire pure trovarsi sguarnito, e cioè essere privo di un determinato seme. Dopodiché, per estensione, il fàgghiu si è associato a una mancanza qualsiasi, sia essa di denaro o di entusiasmo, di iniziativa o di nuove idee.

Una storia etimologica lunga e curiosa, dunque, che oggi si riassume in un’esclamazione ricca di sfumature e di allusioni, alla quale gli abitanti della Trinacria ricorrono nelle occasioni più disparate per esprimere il proprio disappunto.

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Traduttrice di formazione, nonché editor, correttrice di bozze e ghostwriter, Eva Luna Mascolino (Catania, 28 anni) ha vinto il Campiello Giovani 2015 con il racconto "Je suis Charlie" (edito da Divergenze), tiene da anni corsi di scrittura, lingue e traduzione, e collabora con concorsi, festival e riviste. Ha conseguito il master in editoria di Fondazione Mondadori, AIE e la Statale di Milano, e ora è redattrice culturale - oltre che per Sicilian Post - per le testate ilLibraio.it e Harper’s Bazaar Italia. Lettrice editoriale per Salani, Garzanti e Mondadori, nella litweb ha pubblicato inoltre più di 50 racconti.