La sua radice, apparentemente lontana da quella di parole come odore o profumo, ma anche smell, fragrance, parfum e olor in altri idiomi vicini all’italiano a livello geografico e/o linguistico, in realtà è da fare risalire al tardo latino ed indica una fragranza estremamente piacevole

La cucina siciliana è, per antonomasia, sapida e ricca di gusti diversissimi tra loro. Alcuni provengono dalla gastronomia araba, altri da quella normanna, altri ancora furono importati dalle popolazioni greco-latine… Con loro, alla pari dei piatti tipici della cucina francese o spagnola, sono giunti sull’isola anche svariati odori, che gli abitanti più allenati sanno ricondurre immediatamente alla spezia giusta, a un’erba selvatica o a una verdura tipica della ragione.

D’altronde, un olfatto sopraffino è fondamentale nella Trinacria anche per assaporare il profumo dei diversi fiori che sbocciano in primavera, o per camminare sulla riva del mare lasciandosi cullare dalla pungente presenza della salsedine. Ecco perché non poteva mancare nel dialetto locale un sostantivo curioso e di antiche origini che definisse il concetto di aroma nel senso più edificante del termine: ciàuru. Tale è la sua diffusione che in alcune province cambia talvolta fisionomia, trovandosi scritto anche nelle varianti ciàvuru, ciàguru o ciàiru o ciàviru.

La sua radice, apparentemente lontana da quella di parole come odore o profumo, ma anche smell, fragrance, parfum e olor in altri idiomi vicini all’italiano a livello geografico e/o linguistico, in realtà è da fare risalire al tardo latino, in cui flagrum sostituì con sempre maggiore frequenza le più comuni voci fragrantia e odor. Nel corso dei secoli, flagrum si è così trasformato in maniera via via più massiccia, fino a diventare il moderno ciàuru conosciuto in Sicilia.

Se c’è una sua caratteristica che non è cambiata, però, è il riferimento a odori naturali e culinari al tempo stesso, che ora possono quindi stimolare l’acquolina in bocca e ora fare venire voglia di cogliere margherite in un prato. Il ciàuru, naturalmente, è anche quello che si sente sul corpo di chi si è spruzzato qualche goccia di profumo, quello della pelle dei bambini o dei libri appena comprati; in altre parole, a seconda dei gusti personali, è qualsiasi cosa ci colpisca positivamente l’olfatto.

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