Ora che arriva l’Epifania, e tutte le feste si porta via, l’idea generale è che si smetta con i dolciumi e i balocchi, tornando all’austerità della vita quotidiana e ai suoi ritmi rigidi e incalzanti. Se però abitate in Sicilia, o se vi sentite anche solo nell’anima vicini a questa terra, saprete che ogni occasione è buona per cucinare pietanze sfiziose e facili da preparare.

Fra tutte, una adatta a qualunque circostanza è senza dubbio quella dei viscotta cca liffia, una ricetta di biscotti tipica del catanese, a base di farina, latte, uova, strutto, acqua e spezie. La sua particolarità, benché gli ingredienti sembrino appunto semplici e veloci da impastare, risiede innanzitutto nell’impasto morbido, paragonabile a quello delle brioche con il tuppu, e poi nella loro forma a S rivestita da uno strato di cioccolato.

Ed è proprio questa patina a dare loro il nome, essendo definita in dialetto liffia, ovvero secondo alcuni lustrata, lisciata, proprio come la copertura di glassa da cui sono caratterizzati. Secondo altri, tuttavia, la parola potrebbe avere un’etimologia diversa e derivare dalla parola araba liffa, che designava una specifica maniera di acconciarsi il turbante e che a sua volta sarebbe legata al greco antico aleìpho, traducibile con ungere, tinteggiare, sporcare a strisce.

C’è chi pensa addirittura a una terza ipotesi, riconducibile alla radice indoeuropea laph, poi diventata lab (e confluita nel latino labium o labrum), che ha a che fare con la bocca, con le labbra. Potrebbe quindi trattarsi, per estensione, di una “lingua” di cioccolato sovrapposta all’impasto, oppure ancora avere un punto di contatto con l’aggettivo del dialetto reggiano liffo, che indica guarda caso dei dolci golosi.

Quale che sia la verità, è certo che i biscotti sono arrivati nella Trinacria dopo lo sbarco americano in Sicilia del 1943, quando si è unita la tradizione del panettone al cioccolato offerto in dono dagli Alleati, dando vita al dessert in questione presumibilmente nella provincia di Enna, e più nello specifico nella zona di Centuripe.

A nemmeno un secolo di distanza, i biscotti si sono diffusi in tutta la regione, e deliziano ormai il palato di grandi e piccini in qualunque stagione dell’anno.

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