Quando un siciliano riceve una bella notizia riguardante se stesso o una persona cara, non è raro che si senta tuttu priatu! Un’espressione il cui significato cambia anche in base al tono con cui si pronuncia: letteralmente una persona tutta priata è particolarmente soddisfatta e orgogliosa di un risultato, ma talvolta con tono ironico si può intendere anche il contrario ed esprimere indifferenza o fastidio di fronte a un avvenimento appena appreso.

Dall’indoeuropeo al siciliano. Priatu è il participio passato del verbo prijari, cioè “pregare”, come a voler dire che qualcuno è soddisfatto per aver ottenuto qualcosa per la quale aveva pregato tanto. Essere priatu significa essere ricco di preju, di “gioia”. Questo gruppo di parole con la stessa radice potrebbe essere collegato non solo al latino “precor”, “pregare, imprecare”, ma anche al sanscrito “prita/prina”, “essere soddisfatto”. Questa particolare e rara affinità affonda le sue radici in una lingua che non fu mai parlata: l’indoeuropeo, un insieme di sottofamiglie linguistiche ancora oggi parlate tra l’Europa e l’India, tra occidente e oriente. Le somiglianze tra il siciliano e il sanscrito non indicano un’evoluzione del dialetto isolano dall’antica lingua dell’India, ma una comune origine arcaica. Il siciliano infatti, in quanto lingua neolatina, ha un’origine molto più recente del sanscrito, codificato tra il 400 e il 300 a.C.

I proverbi. Il termine priatu si ritrova anche in alcuni modi di dire coniati dalla fantasia dei siciliani. “Megghiu lu sceccu priatu ca lu sceccu a priari”, “Meglio un asino contento che un asino da supplicare”. Fuor di metafora: è preferibile avere intorno persone soddisfatte e pronte ad ascoltare e aiutare piuttosto che persone povere d’animo che hanno bisogno di troppe moine e preghiere. E ancora: “Accatta e vinni quannu si priatu e fatti zitu quannu si anningatu”, “Compra e vendi quando sei pregato e fidanzati quando sei desiderato”. In altre parole un invito a comprare o vendere qualcosa di caro quando viene richiesta insistentemente con preghiere e a fidanzarsi quando si è desiderati con altrettanta tenacia.

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