“Pàmpina”: da dove viene il nome della foglia cantata dal popolo siciliano?

La natura del motivetto a lei dedicato è chiara: con il suo rimando alle tradizioni d’altri tempi, ci ricorda il lavoro quotidiano svolto dalle raccoglitrici di olive. Una storia più curiosa e meno conosciuta è, invece, quella legata all’origine della parola

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]E[/dropcap] la pampina di l’aliva, / di l’aliva la pampina. / Veni lu ventu e la cutulia, / ca cimiddia cascari la fa». Sono queste le parole di un celebre canto popolare siciliano, interpretato tra gli altri da Rosa Balistreri, che è dedicato alla foglia di uno tra gli alberi più comuni nel territorio isolano: l’ulivo. La traduzione italiana del testo in questione, infatti, corrisponderebbe a: «E la foglia dell’ulivo, / dell’ulivo la foglia. / Viene il vento e la scuote, / la tiene in bilico e cadere la fa».

La natura della canzone è chiara: con il suo rimando alle tradizioni quotidiane d’altri tempi, ci proietta immediatamente nella dimensione in cui lavoravano giorno dopo giorno le raccoglitrici di olive molto numerose nella regione. Per trascorrere le ore in maniera meno monotona e tenersi compagnia durante un’operazione tanto stancante, le donne pensarono quindi di intonare qualche verso, che veniva ripetuto più volte uguale e che poi era facile da diffondere nelle più disparate varianti dall’una all’altra provincia.

Una storia più curiosa e meno conosciuta è, invece, quella legata all’etimologia della parola dialettale pàmpina (o pàmpana) in sé. Secondo alcuni linguisti, infatti, deriverebbe in maniera piuttosto evidente dall’antico sostantivo greco àmpelos, che non a caso significava appunto vite e che è poi diventato pàmpelus presso i Romani. Eppure, in molti ritengono che l’ipotesi più accreditata sia quella di un’evoluzione dal termine latino pàmpinus, la cui traduzione, oltre a germoglio della vite, è tentacolo dei polipi. Un’associazione di idee tanto bizzarra farebbe pensare all’antica radice par-, associabile al concetto di larghezza, di ampia estensione nello spazio. In lituano, non a caso, il verbo pamptì significa attualmente gonfiarsi, dilatarsi, in una forma molto vicina a quella del siciliano.

La foglia dell’ulivo, d’altronde, è conosciuta per le sue grandi dimensioni, oltre che per l’odore caratteristico, cosicché tale origine linguistica non è ad oggi da escludersi a priori. Tra una diatriba e l’altra, comunque, per ingannare il tempo è sempre possibile ascoltare una delle versioni più recenti del noto motivetto siculo:

https://www.youtube.com/watch?v=k3l9uCm_KI8

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Traduttrice di formazione, nonché editor, correttrice di bozze e ghostwriter, Eva Luna Mascolino (Catania, 28 anni) ha vinto il Campiello Giovani 2015 con il racconto "Je suis Charlie" (edito da Divergenze), tiene da anni corsi di scrittura, lingue e traduzione, e collabora con concorsi, festival e riviste. Ha conseguito il master in editoria di Fondazione Mondadori, AIE e la Statale di Milano, e ora è redattrice culturale - oltre che per Sicilian Post - per le testate ilLibraio.it e Harper’s Bazaar Italia. Lettrice editoriale per Salani, Garzanti e Mondadori, nella litweb ha pubblicato inoltre più di 50 racconti.

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