Sei siciliano e alla ricerca dei segreti che la tua terra non ti ha ancora svelato? O magari un turista in vena di esplorarla attraverso percorsi meno battuti? La Sicilia saprà in ogni caso come non deluderti. Partendo dal versante occidentale per arrivare a quello orientale, un sorprendente e caratteristico itinerario creativo si offrirà agli occhi dei viandanti più curiosi. Tra una passeggiata in mezzo a vicoli che trasudano storia e tradizione e bellezze artistiche di grande valore, ecco le mete che vi faranno sentire immersi in veri e propri musei a cielo aperto.

L’ARTE RIANIMA L’ABBANDONO. La prima tappa del nostro viaggio è situata nella provincia di Agrigento, esattamente a Grotte, un paese dotato di un nuovo volto grazie all’iniziativa di La Biddina, associazione formata nel 2017 da un gruppo di giovani che dopo la laurea hanno deciso di tornare nella loro terra d’origine. Un nome, quello dell’associazione, che trae spunto dall’omonima leggenda del luogo legata ad una gigantesca e misteriosa creatura, che rimanda proprio all’idea di cambiamento e trasformazione che a Grotte è stata possibile grazie alle opere di street art realizzate da figure come Demetrio Di Grado e Ligama – per citarne alcuni – che hanno ridato nuova identità alle vie del centro storico, ponendosi come possibile rimedio allo spopolamento e promuovendo una nuova consapevolezza del territorio. Un altro esempio di come l’arte possa riaccendere l’interesse verso luoghi quasi del tutto abbandonati si trova a pochi chilometri dal capoluogo siciliano. Si tratta del borgo Parrini, a Partinico, un luogo diventato noto per aver ricreato bellezza mescolando insieme Sicilia e uno stile ispirato alle opere dell’artista catalano Antoni Gaudí. Un susseguirsi di colori tra case bianche con porte azzurre e finestre dai contorni luminosi e vie ricoperte da ciottoli che rendono surreale questa contrada dallo stile unico, dove è facile essere colti dalla voglia di scattare fotografie.

Una delle opere d’arte a Grotte

ARTE E TECNOLOGIA. Anche a Linguaglossa, cittadina sul versante nord dell’Etna, 50 murales, realizzati tra gli anni Novanta e i giorni nostri, costituiscono un vero e proprio museo a cielo aperto. Il progetto di IntrArt- Intrecci d’arte, inaugurato nel 2015 dall’associazione Cultura Aetnae, rievoca il desiderio dell’ex sindaco Turi Lo Giudice di uno spazio espositivo urbano costituito da opere che raccontassero la storia e l’essenza dell’isola. Grazie ai QR-Code posizionati vicino alle opere, i visitatori possono approfondire la conoscenza del murale osservato unendo lo sguardo dal vivo ai contenuti multimediali.

RINASCITA. Gibellina, nella provincia di Trapani, ha visto una nuova luce a seguito del terremoto del 14 gennaio 1968, che colpì duramente la Valle del Belice. Sotto la guida dell’allora sindaco Ludovico Corrao, che invitò tanti artisti e architetti a supporto del progetto di rigenerazione urbana, la città è stata ricostruita all’insegna di uno spirito di rinascita. Già quando ci si avvicina alla Nuova Gibellina si viene accolti dalla Stella di ingresso del Belice, opera realizzata nel 1981 da Pietro Consagra che con l’acciaio ha rievocato quelle che un tempo erano le luminarie nei periodi di festa. A pochi chilometri dalla nuova città, le macerie della Gibellina devastata dal terremoto sono state recuperate grazie al progetto di land art di Alberto Burri, il Grande Cretto, una struttura che richiama le vecchie abitazioni, che permette di ripercorrere le sue strade dando forma alla memoria con il suo cemento bianco.

SCULTURA E NATURA. Concludiamo il nostro tour dirigendoci verso la Sicilia orientale, dove troviamo il museo a cielo aperto della Fiumara d’Arte che ripercorre idealmente il letto dell’antico fiume Tusa, tra i comuni di Castel di Lucio, Mistretta, Tusa, Motta d’Affermo, Pettineo e Reitano. Tutto ebbe inizio nel 1982, quando Antonio Presti commissionò a Pietro Consagra la scultura La materia poteva non esserci (1986) dedicato alla memoria del padre. Nel corso degli anni il progetto si è arricchito di opere di grandi dimensioni, come il Labirinto di Arianna realizzato da Italo Lanfredini, una spirale posta su un’altura, un grembo da percorrere per rinascere. E, ancora, L’energia mediterranea di Antonio Di Palma, installazione di cemento con la forma di un’onda marina azzurra che unisce la montagna al mare.

“La materia poteva non esserci”, Pietro Consagra

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