In Sicilia, quando il gioco si fa duro, la situazione è trubbula! Un termine siciliano che in realtà ha parenti in Francia e persino in Inghilterra.

Tra Francia e Inghilterra. Trubbulu deve la sua origine al francese trouble, che significa “guaio”: a sua volta le radici del termine affondano nel latino turbidum, “torbido, poco limpido”, con metatesi (scambio) tra /r/ e /u/ e raddoppiamento della /b/. Una situazione trubbula infatti è poco chiara, difficile da risolvere. Che i Francesi abbiano dominato in Sicilia fino ai Vespri siciliani influendo sul dialetto isolano è risaputo e non stupisce la somiglianza di alcune parole tra le due lingue; stupisce però la somiglianza tra trubbulu e l’inglese trouble, “guaio”. Alcuni potrebbero supporre che si tratti di un caso di siculish, cioè di quella dialettizzazione della lingua inglese operata dai migranti del sud Italia in America nella prima metà del ‘900: si pensi a Nova Jorca, Brucculinu (New York, Brooklyn). In realtà l’assonanza suddetta si spiega con la comune origine dal francese: anche l’Inghilterra fu dominata dai Normanni, francofoni, nel basso medioevo. Così per esempio il siciliano damaggiu e l’inglese damage significano entrambi “danno”.  

Il proverbio. Esiste un modo di dire diffuso a Palermo in due varianti: “Isa Prurè, ‘ncà travula c’è” o “Isa Prurè, ‘ncà trubbulu c’è”, “alza Provvidenza che c’è lavoro/ci sono guai per te”. La tradizione vuole che Provvidenza fosse una ragazza di Palermo che ai tempi della guerra ogni mattina calava il paniere al postino sperando di ricevere lettere dal suo amato al fronte. Così il postino, quando doveva consegnarle qualcosa, la esortava a tirare su la cesta piena e a “lavorare”, cioè leggere la lettera dell’amato. Nella seconda variante, truubulu lascerebbe intendere invece che ci fossero cattive notizie e quindi che bisognasse darsi da fare. In ogni caso a Palermo il proverbio ha assunto il valore di un’esortazione, come a dire “muoviamoci che abbiamo tante cose da portare a termine”.

Altre ipotesi. Una parola siciliana ormai poco diffusa è trubbera, che indica la tovaglia da tavola. La sua origine potrebbe derivare dal latino turbare, che oltre al significato di “agitare”, ha anche quello di “rendere torbido”, proprio come una tovaglia da tavola che si sporca. Non si esclude quindi che sulla formazione di trubbulu abbia influito anche il suddetto verbo.

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