Avete presenti certe case a pian terreno, tipiche soprattutto dei quartieri antichi delle città, o dei paesi con poche migliaia di abitanti? Ecco: fra la porta e la strada, a volte, c’è un solo gradino a fare da spartiacque, un solo passo sopraelevato che conduce dal mondo di fuori al focolare domestico, con una rapidità e una leggerezza che non manca mai nemmeno ai più anziani.

Se siete stati in Sicilia, o ci vivete, questo gradino in muratura è probabile che lo abbiate sentito chiamare pisòlu, bisòlu, pisòru o addirittura pisuòru, a seconda della zona nella quale vi trovate. A onor del vero, per estensione significa più in generale banco di pietra (come si riscontra in svariate storie popolari, fra l’altro), motivo per cui può indicare una più generica soglia di casa (con o senza scalino), un sedile di pietra o addirittura il davanzale di una finestra.

Comunque sia, a incuriosire è soprattutto l’etimologia di questo termine, dato che secondo alcune fonti potrebbe derivare dall’antica parola spagnola pisillo (cioè gradino, muricciolo; oggi in spagnolo piso significa piano), mentre secondo altre la sua origine sarebbe da individuare in una non meglio identificata radice grecolatina, come dimostrerebbe il sostantivo neogreco πεζούλι (pezoùli), che non per niente significa banco di pietra.

A tutt’oggi la verità resta un mistero, per quanto siano più certe le somiglianze del pisòlu con il corrispettivo lemma in certe aree della Calabria e della Puglia. E c’è di più: la voce dialettale ancora usata ai nostri giorni, in particolare nei piccoli centri abitati, è infatti protagonista di alcuni pittoreschi modi di dire della Trinacria.

Fra i tanti, menzioniamo in primo luogo Non passari ‘u pisòlu, ca non arrìri, traducibile come Non varcare la soglia, ché poi non avrai da ridere, da intendersi come ammonimento a non giocare con il fuoco, in previsione delle conseguenze “scottanti”. Da ricordare è anche il detto ‘U cchiù forti (pisanti) è passari u pisòlu da porta; in altre parole, la cosa più pesante, più difficile da fare è oltrepassare la soglia, cioè muovere il primo passo quando si vuole iniziare qualcosa di nuovo.

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