Nella città di Siracusa, quando si ha a che fare con una persona bizzarra, o che ci ha appena detto qualcosa che ha dell’incredibile, non si usa tanto dire che forse ci sta prendendo in giro, o che sta babbiàndo, quanto piuttosto: «Ma cchi si’, ro cincu?».

Un’espressione fortemente localizzata e che, nella sua forma dialettale, è conosciuta ancora oggi da chiunque, anche se spesso le nuove generazioni non hanno familiarità con la sua origine. Il significato letterale, d’altronde, sembra all’apparenza semplice, essendo traducibile in italiano con Ma non sarai mica del cinque?, anche se per capire a quale cinque si faccia allusione e perché la sua connotazione sia tanto negativa bisogna fare un tuffo nel passato.

Più in particolare, dobbiamo spostarci nella prima metà del Novecento, e per la precisione fra gli anni Venti e Trenta, durante i quali l’Italia era impegnata a recuperare i territori della Tripolitania e della Cirenaica che, pur essendo stati assegnati all’Italia dopo la guerra italo-turca del 1911 grazie alla pace di Losanna, erano meno di prima sotto il controllo italiano perché alcune tribù libiche si erano ribellate alla dominazione straniera nel corso della Prima guerra mondiale.

Venne quindi indetta una campagna di cosiddetta Riconquista, che puntava a riconquistare quelle regioni mandando diverse truppe di leva della classe 1905, guidate dal colonnello Rodolfo Graziani e composte in gran parte proprio da siracusani: un conflitto lungo e difficile, che interessò la Tripolitania fra il 1922 e il 1923 e la Cirenaica fra il 1925 e il 1931, mietendo diverse vittime e dispersi di entrambi i fronti.

Non a caso, se non si incontrava da tempo un amico, in alcune zone orientali della Sicilia si cominciò a dire con una punta di ironia che forse era spirdùtu in Libia, in riferimento alla lentezza con cui i soldati fecero ritorno a casa. Per di più, quando il rimpatrio avvenne, molti di loro accusarono delle condizioni di salute compromesse, un po’ per condizioni ambientali a cui erano stati soggetti e un po’ per la durezza delle battaglie affrontate.

Essere del cinque, ovvero del 1905, iniziò così a indicare a sua volta – in maniera dispregiativa – qualcuno che sembrava dare i numeri, che non era del tutto in sé nelle decisioni che prendeva o nelle frasi che pronunciava, al punto che numerose furono le persone a non dichiarare apertamente la propria data di nascita esatta per paura che, essendo riconducibili proprio a quell’annata, venissero un po’ sbeffeggiati.

A oggi il collegamento fra il modo di dire isolano e il 1905 è meno immediato e conosciuto, e soprattutto ha smesso di essere volutamente indelicato nei confronti di chi era stato coinvolto suo malgrado nel conflitto bellico, ma si utilizza – in maniera per lo più scherzosa e affettuosa – per esclamare in modo più colorito del solito: «Ma ci sei o ci fai?».

Il nostro impegno è offrire contenuti autorevoli e privi di pubblicità invasiva. Sei un lettore abituale del Sicilian Post? Sostienilo!

Print Friendly, PDF & Email