Quando qualcuno si dà tante arie, comportandosi spesso in modo pomposo se non addirittura arrogante, è tradizione a Palermo domandarsi se non si tratti per caso dell’ennesimo Totò Termini, personaggio ormai entrato nella tradizione linguistica popolare e che per antonomasia rappresenta proprio lo spaccone di turno.

Trattandosi di un’espressione troppo precisa e dettagliata per non suscitare curiosità, però, quella di chi esclama «Ma ccu è, Totò Termini?» ha spinto molti a chiedersi da dove derivi questo nome e cognome proverbiale, e se sia associabile a un cittadino siculo realmente esistito.

Ancora oggi, in verità, non è possibile fornire una risposta univoca a questa annosa domanda, anche se in compenso con il passare del tempo sono nate numerose teorie legate alla sua origine, alcune delle quali lo vorrebbero addirittura ancora vivo.

Fra le più note, ci sono quelle secondo cui si sarebbe trattato di un gradasso nato nel piccolo Comune di San Giuseppe Jato, di un bosso mafioso che operava nella Piana degli albanesi ai tempi del fascismo o di un sindacalista della Camera del Lavoro di Partinico, famoso fra gli anni ’60 e ’70 per la sua convinzione di poter risolvere qualunque problema.

Ma non è tutto, perché c’è invece poi chi «azzarda che Totò Termini fosse un parente alla lontana dello zu Totò Sparacazzi di Monreale e che entrambi venissero ricordati dai siciliani per le loro gesta durante la prima guerra mondiale», come riporta Balarm, o che altrimenti sia da associare al fondatore del caffè Moka Termini, uomo poco cerimonioso ma che non poteva fare a meno di attirare la stima e le riverenze della comunità locale.

La versione più curiosa, però, è quello che lo vedrebbe protagonista nel quartiere Capo del capoluogo siciliano di un diverbio con un cocchiere, che dopo averlo accompagnato a destinazione osò ritenere la mancia ricevuta un po’ troppo esigua.

Malauguratamente, si vide così riempire di frustate per avere osato discutere in pubblico con il suo cliente, che a quanto pare ci teneva a non sfigurare di fronte ai passanti. La notizia si diffusa e la gente del posto che non aveva assistito all’episodio iniziò così a chiedersi chi avesse potuto comportarsi così, e da lì pare sia nata la celebre domanda (diventata ormai retorica): «Ma ccu è, Totò Termini?».

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