È successo anche a lei. Sarà perché ci sentiamo in colpa a bistrattarla come la Pace; o perché è in via di estinzione come l’orso polare; o, ancora, perché crediamo che sia davvero il fondamento della nostra identità come la pizza. Fatto sta che anche la Filosofia ha guadagnato una giornata tutta sua che si festeggia proprio oggi. Il World Philosophy Day, indetto dall’Unesco, ha luogo ogni terzo giovedì di novembre. L’obiettivo? Accendere un faro sul ruolo che questa disciplina ha nella scuola e nella società per incentivare il pensiero critico e, insieme, la resilienza ai mutamenti continui del presente. Quale grande fardello cade sulle spalle dei Giganti del pensiero di tutti i tempi! Ma sono davvero in grado di portarlo? Insomma, belle le parole, affascinanti i ragionamenti, ma poi in sostanza tutto questo filosofare a che ci serve?

Anzitutto, ci insegna a inseguire non ciò che è vantaggioso ma ciò che ci piace, ciò che amiamo. Ricordandoci che sono le passioni a costruire la nostra vita.

Poi, ci sprona a rompere le catene delle illusioni, ad andare oltre l’indaffarata arroganza di uno status quo per rimettere in gioco le prospettive sulla realtà.

Fissa il nostro sguardo sulla ricchezza che si cela dietro cose banali, come un contatto.

La Filosofia ci insegna, quindi, ad andare oltre la patina della superficie e lo fa scovando significati nascosti nelle più piccole cose, ma anche nelle più pop come i fumetti.

Ci educa alla buona pratica dell’ordine, a lasciar andare le zavorre della mente e del corpo, a fare chiarezza nei nostri pensieri per fare chiarezza nella nostra vita. Perché, dopotutto, quante cose ci occorrono per essere felici?

Ci racconta storie millenarie ma sempre attuali e ci ricorda che quelle più belle sono il frutto di dialoghi, di confronti, di relazioni che nascono anche a partire da un buon vaso di vino mielato.

Ci allena al pensiero controfattuale e così facendo ci prepara ad affrontare le varie evoluzioni della vita con un sorriso. Perché la vita è un grande paradosso di fronte al quale possiamo fare due cose: sorridere è, difatti, una delle due cose da fare in questi casi; l’altra è arrabbiarsi.

Filosofare ci fa sviluppare un linguaggio capace di parlare al cuore delle cose, dei fenomeni, dell’altro; capace di superare le banalizzazioni delle relazioni che rischiano di rendere banale anche un sentimento.

Filosofare ci educa a sentire il rumore che facciamo nei nostri spazi chiusi, fisici e dell’anima; a recuperare un’esistenza scandita dai ritmi naturali.

Infine, la Filosofia ci rende consapevoli dell’invenzione più sorprendente di tutte, più del bipedismo, della ruota, dell’allunaggio, di Internet, della prima fetta di torta con la panna: il pensiero astratto. E ci mostra che a fare male è il non pensare perché il pensiero è sopravvivenza.

Insomma: perché celebrare, perché studiare, perché fare oggi Filosofia? Per abitare noi stessi, abitare la realtà che ci circonda, il tempo che viviamo e la bellezza che non vediamo. Perché Filosofia è acqua sempre diversa di un fiume sempre uguale; è movimento, apertura, cioè un punto interrogativo che non si stanca mai di camminare; è aria fresca che rigenera i nostri polmoni asfissiati da gabbie di routine. Oggi celebriamo quindi l’amore. L’amore non tra due persone, ma l’amore che precede ogni altra forma di godimento: l’amore per la conoscenza, l’amore per la meraviglia. Quello che tutti chiamiamo Filosofia.

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